Raccogliere testimonianze è un passaggio fondamentale, soprattutto se si tratta di ragazze e ragazzi molto diversi tra loro, tutti desiderosi di un futuro migliore per la loro città. Saranno proprio loro i fautori del vero rilancio sociale di Gela, e più in generale della Sicilia. Mentre qualcuno pubblicizza rumorosamente i propri risultati, la gioventù gelese si mobilita. Nel 2019, grazie alla volontà politica delle Consulte Studentesche, è stata approvata per la prima volta in Sicilia una Legge Regionale sul Diritto allo Studio. È indiscutibilmente un ottimo risultato, ottenuto dall’associazionismo studentesco siciliano, ed è la realizzazione di «un sogno inseguito da tre generazioni», come lo descrive Fausto, da ex Presidente del Coordinamento Regionale delle Consulte. Infatti, prima che l’Assemblea Regionale approvasse il disegno di legge, la Sicilia era l’unica regione in Italia a non avere una legge in materia di diritto allo studio. Finalmente alle studentesse e agli studenti siciliani sono garantite pari opportunità educative, in una carta, scritta in parte dai ragazzi stessi, che affronta le criticità dell’istruzione pubblica isolana, l’abbandono scolastico in primis. Al comma 2 dell’articolo 7, si legge: «La Regione, riconoscendo la fondamentale valenza dei processi di istruzione e formazione, adotta[...] azioni per migliorarne l’organizzazione[...], ottimizzare l’uso delle risorse e facilitare l’apprendimento delle persone portatrici di disagio economico, sociale e culturale, anche attraverso il coinvolgimento delle agenzie sociali ed educative del territorio». Eni, o chi per lei, difficilmente potrà essere considerata una di queste.