Alfie, un’avventura fantasy alla ricerca del porno etico

27/05/2021

I porno non sono famosi per la loro trama articolata. Alla pornografia, almeno quella ordinaria, si richiede unicamente di provocare eccitazione, e qualunque elemento ulteriore è considerato superfluo. Una-due scene di preparazione e raggiungimento dell’orgasmo e tanti saluti.

Alfie, fumetto online pubblicato a puntate dal 2010 e ancora in corso, prova invece a prendere una strada diversa. “Un webcomic che cerca di unire trama e pornografia”, così lo definisce l’autore, di cui si sa ben poco oltre al nickname InCase. Il suo lavoro è un fantasy con una narrazione strutturata, personaggi a tutto tondo, rispetto per la diversità e scene hard esplicite. Un mix non facile, dove il rischio di fare un prodotto confusionario e grottesco è molto alto. 

La storia prende il via nel villaggio di Pickering, abitato da halfling, creature quasi in tutto simili agli umani se non per la statura, intorno al metro. In questo luogo tranquillo e isolato dal mondo, dove qualunque novità e deviazione dalla normalità viene guardata con disprezzo, giunge una carovana di uomini ed elfi.

In parallelo seguiamo le vicende di due donne: Alfie, giovane ragazza halfling dallo spirito libero e ironico, e sua madre Vera, simile in gioventù alla figlia ma ora cinica e arrabbiata con la vita. Entrambe tramite l’incontro con la carovana saranno costrette ad aprire i loro orizzonti, intraprendendo due viaggi separati e paralleli per scoprirsi e accettarsi per quello che sono.

Ora, come già detto, Alfie è in tutto è per tutto un porno, non rinnega mai questa sua identità. Ma qui il lato erotico è funzionale alla trama, e non viceversa. Quando l’orgasmo è raggiunto la scena non si conclude come di consueto, anzi: il dopo è fondamentale, con tutto il suo carico di emozioni. 

Ed è proprio in seguito ai rapporti sessuali che sorgono per i personaggi i problemi maggiori. Spesso si tratta di atti proibiti, condannati dalla società, nulla di nuovo quindi in un prodotto erotico o pornografico. Quasi sempre però in questo genere ciò che è proibito rimane proibito, e assume valore in quanto tale. La vita di tutti i giorni è un territorio rigorosamente separato, noioso, di cui il sesso costituisce la via di fuga. 

InCase cerca una soluzione diversa al dilemma tra passione e vita sociale. La ragazza halfling e sua madre vorrebbero poter vivere la loro rispettiva intimità senza sentire il giudizio altrui, senza il proprio giudizio, pieno di sensi di colpa. Anche dopo che la liberazione sessuale è avvenuta nel privato il problema non viene risolto, perchè la propria identità non può essere condivisa con chi si ha vicino. L’onestà, prima con se stessi e poi con gli altri, è un valore supremo che i personaggi cercano costantemente, ma di cui, al contempo, temono le conseguenze.

Il fantasy viene declinato di conseguenza. L’ambientazione è “standard”, familiare per gli amanti del genere, e sembra presa da una partita di Dungeon & Dragons. Forse qui l’autore non brillerà eccessivamente di sperimentazione, ma raccontare un mondo diverso dal nostro non è il suo obiettivo. Al contrario l’uso di archetipi è voluto, funzionale a rappresentare graficamente i conflitti dei personaggi, nonché per giocare con preconcetti dati per scontati. 

Pur essendo un fantasy i rapporti fra i personaggi sono improntati alla verosimiglianza, soprattutto in “camera da letto”. Non solo passione travolgente ma anche risate, paura, affetto, amicizia, timidezza. Il tutto cercando di bilanciare umorismo e dramma e di conservare un tono leggero. Un equilibrio molto delicato, non sempre riuscito: a volte l’alternanza tra scene di sesso e altre più introspettive è un po’ rigida, e dove l’ambientazione fantastica viene utilizzata per mettere in scena situazioni improbabili la formula vincente si perde. 

Il disegno segue comunque questa filosofia di fondo: un tratto pulito e da euromanga (rielaborazione europea dello stile giapponese), con contaminazioni da comics americano, abbellito nella seconda metà della storia da colori pieni e luminosi. Nota stonata gli episodi centrali, che adottano una tecnica mista bianco/nero e toni di rosso, poco adatta alle atmosfere leggere del fumetto. Fortunatamente presto abbandonata per un ritorno al colore.

Considerazione finale, ma non meno importante, va fatta riguardo il punto di vista della storia, quello di due donne in due fasi diverse della propria vita. Forti, ironiche, sensibili in modo diverso, le due halfling evitano che la narrazione e la sessualità scadano in clichè e feticismi maschilisti. In maniera simile gli altri attori della vicenda sono più che meri corpi oggetto di desiderio, con una loro personalità e identità precisa, in grado di colorare la storia con tutto lo spettro dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale, come omosessualità, poliamore, BDSM, cross-dressing. Per contenuto si può tranquillamente parlare di un porno etico, dove valori e rispetto non sono sacrificati sull’altare dell’eccitazione a tutti i costi. Un grande merito nel contesto della pornografia attuale.

Al netto di alcune sbavature Alfie risulta quindi un ottimo inizio per familiarizzare con una pornografia differente. Dopo più di dieci anni, seguite da un pubblico di migliaia di affezionati, Alfie e Vera continuano con onestà a mostrarci una strada nuova, verso un porno etico e di qualità.

p.s. Il webcomic è disponibile gratuitamente, sul sito dell’autore: buttsmithy.com

Articolo di Pietro Antonini