Diritti e disuguaglianze
A partire da metà degli anni Settanta, decennio di crisi e conflitti, la politica mette fine al compromesso tra capitale e lavoro che aveva caratterizzato i due decenni precedenti sotto la spinta incessabile del movimento operaio, italiano ed internazionale. Le idee supportate da una parte della teoria economica dei tempi, la cosiddetta controrivoluzione neoliberale, informano e guidano queste scelte politiche. In primo luogo, le imprese vengono considerate protagoniste indiscusse dell’attività economica, quella che genera occupazione, reddito e, perché no, progresso tecnico. In secondo luogo, ma legato al primo punto, le imprese saranno in grado di generare il massimo benessere per tutti – si dice - se lasciate libere di agire (soprattutto nella gestione dei cicli economici) senza dover sopportare il peso inefficiente che le rigidità – si legga salari e diritti dei lavoratori - avevano imposto in termini principalmente di costo del lavoro.