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Sport e Covid19, gli effetti della pandemia sul mondo sportivo
Analisi dei danni per gli sport reali e dei benefici per il panorama Esports
Dalle scommesse alle partite, un settore in crisi
Sport e Covid19, gli effetti della pandemia sul mondo sportivo. Uno dei settori economici maggiormente colpiti dalla pandemia di COVID-19 è certamente quello sportivo: quasi tutti gli eventi sportivi, di ogni tipo e in ogni dove, sono stati sospesi a causa dell’emergenza sanitaria mondiale, con l’obiettivo di non creare luoghi di assembramento che favorirebbero inevitabilmente il contagio. E’ ormai un dato di fatto che dalla comparsa del Covid-19 si è registrato un crollo delle borse in tutto il mondo. Dall’Asia all’Europa, ogni mercato ha iniziato a vacillare, chi di più e chi di meno. Fino ad ora ogni ambito è stato colpito dal virus, dalla produzione industriale ai liberi professionisti, dalle associazioni di vario tipo alle ditte dei trasporti. Non è da meno l‘ambito sportivo che rientra tra quei settori che hanno dovuto bloccare ogni evento. Cosa comporterà questo stallo temporaneo? Per molti rappresenta una sconfitta, per altri una piccola vittoria. Ci si potrebbe aspettare che qualcuno abbia guadagnato dagli eventi a porte chiuse, ed in effetti così è stato, dato che l’incontro Juve-Inter ha fatto un nuovo record di ascolti su sky: in media 3.242.759 spettatori, superando il precedente record aggiudicato all’incontro Italia-Germania degli Europei 2016 che contava in media 3.161.794 spettatori. L’effetto è durato assai poco, visto che in seguito tutti i campionati nazionali professionistici e dilettantistici sono stati sospesi nel corso dei giorni successivi.
Gran parte degli italiani si sta chiedendo: quando ritornerà tutto alla normalità? Quando potrò commentare le partite al bar con gli amici? Ebbene la risposta non è ancora chiara. D’una cosa però si può parlare: quale dei tornei inizierà per primo. In questo momento sono stati congelati gli Europei, Champions League e Europa League. Stando all’articolo di Luca Marchetti, giornalista di Sky sport, ricomincerà per primo il campionato che porta più soldi; anche se ogni lega vorrebbe finire il proprio campionato, dobbiamo contemplare l’idea che potrebbe non essere possibile. La Champions League ha un giro di oltre 3 miliardi di euro e chi la vince guadagna, solo di premi partita, fino a 82 milioni di euro. Un discorso analogo lo si ha nell’ Europa League che distribuisce circa 560 milioni di euro dai gironi in poi, chi vince la coppa porta casa 14 milioni di euro. Al terzo posto per giro di affari c’è l’Europeo, che conta 2.5 miliardi di euro circa, seguito dalla Nations League. Ecco perché probabilmente sarà quest’ultima a venir cancellata per lasciare spazio agli altri campionati, mentre il campionato europeo slitterà al 2021. Citando Luca Marchetti: “segui i soldi e troverai la soluzione”. Passiamo all’Italia: il calcio italiano chiede aiuto al governo, perché questo blocco forzato sta causando ingenti danni economici alle leghe. La Federcalcio ha contattato le leghe professionistiche di calcio per redigere un resoconto completo delle perdite e dei mancati incassi causati dal coronavirus.
Le proposte della Figc sono di ricevere un contributo governativo che eviti perdite colossali da parte di chi investe in questo sport, dato che il crollo potrebbe scaturire una reazione a catena che coinvolgerebbe tutto il movimento sportivo. Inoltre, viene richiesta la cessione di una percentuale sulle entrate delle scommesse sportive, la defiscalizzazione, un fondo per i lavoratori e clausole di salvaguardia per garantire il conseguimento di obiettivi economici. Tutti questi movimenti sono atti a prevenire le possibili perdite che subiranno i club. In aggiunta le leghe, se non si dovesse tornare a giocare, perderebbero circa 430 milioni di
euro tra diritti tv esteri e nazionali e Coppa Italia, circa il 30% del fatturato annuale della Serie A. Se fosse stata la Serie A a ordinare la sospensione del campionato, le testate televisive come Sky e Dazn avrebbero potuto richiedere dei corrispettivi per ripagare il danno. Fortunatamente per la Lega è stata una scelta del governo e quindi le perdite ci sono, ma per lo meno non ci sono inadempimenti da parte della Serie A. Quando lo sport va giù, trascina con sé nel baratro le televisioni private e il giro di scommesse di sportive, due settori incredibilmente redditizi. Entrambi necessitano che i campionati proseguano per sopravvivere, cosa che attualmente non sta accadendo.
Giocatori, allenatori, sponsor, televisioni, tutti ci stanno rimettendo e con essi anche lo Stato, che detiene il monopolio sulle scommesse sportive. Si può benissimo dire che non è un ottimo momento per scommettere sulla propria squadra del cuore, dato che non può giocare. Di fatti, al declino degli eventi sportivi è seguito subito dopo quello del mondo delle scommesse, con un calo dell80%, stima di Agipronews. Stando al resoconto dell’agenzia in media lo stato guadagnava 500 mila euro al giorno nel 2019, cifra che invece ad oggi, marzo 2020, è vicina ai 100 mila euro: una perdita di 400 mila euro al giorno per le casse statali.
The show must go on(line)
Durante i giorni di quarantena, gli esports (Electronic Sports) potrebbero cogliere la palla al balzo, riempire il vuoto lasciato dagli sport tradizionali e guadagnare nuovi spettatori e interessati. Rod Breslau, un giornalista sportivo americano, ha dichiarato: “Gli Esports possono ricorrere a soluzioni alternative di cui gli altri sport non dispongono. Il pubblico sugli spalti, negli ultimi anni, è stato fantastico, ma per lungo tempo gli esports ne hanno fatto a meno. Perderemo le grandi competizioni internazionali, tuttavia la scena del competitive gaming sarà in grado di andare avanti”.
I videogames più giocati a livello competitivo sono League of Legends e Dota, nella categoria dei MOBA (Multiplayer Online Battle Arena), Overwatch e Call of Duty, tra gli sparatutto in prima persona, e Fortnite. Tra questi, League of Legends (LOL) è giocato amatorialmente da milioni di players e ,a differenza di Starcraft, è un videogame di squadra. LOL vanta di un incredibile mondo di tornei professionistici, dove, oltre all’abilità del singolo, contano tantissimo la comunicazione e l’armonia tra i componenti del team. Il montepremi totale dei Campionati del Mondo 2019 di LOL ammontava a 2,2 milioni di dollari. La prestigiosa competizione è stata guardata da 44 milioni di spettatori e alle finali, disputate alla Bercy Arena di Parigi, ha assistito un pubblico pagante di 15 mila tifosi. Tra le squadre contendenti, i vincitori sono stati i giovanissimi cinesi del team Fun Plus Phoenix. Proprio in Cina infatti, LOL è popolarissimo e ora, durante l’emergenza coronavirus, i giocatori amatoriali e gli spettatori del competitive, sono raddoppiati rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente. Anche i campionati nazionali cinesi (LOL Pro League) dispongono di premi esorbitanti di milioni di Yen e partners come la Nike. La novità del torneo di quest’anno, dovuta a Covid-19, è che i pro-players giocheranno da casa loro, non più in affollate arene, e saranno seguiti online dai fan.
Oltre alle piattaforme di streaming come Youtube e Twitch, gli esports sono sbarcati in televisione in Corea, Cina e Stati Uniti. Anche nel nostro paese il fenomeno “esportivo” sta crescendo di anno in anno e raccoglie più di un milione di spettatori. Il competitive gaming è un settore in crescita rapida e redditizio, che attira investitori e scommettitori.
Il chiaro vantaggio degli esports, durante il contagio, è che le competizioni si possono disputare online e nessuno si deve riunire in un singolo luogo per portarle avanti. Lo scenario di Marzo 2020 è interessante: lo sport del futuro, quello virtuale, che prende il posto di quello “palla e racchetta”. Forse non è plausibile, riusciremo insieme a superare la pandemia e torneremo a correre all’aria aperta. Ma chissà, magari ci possiamo iniziare a preparare per la prossima apocalisse online?
Questo testo è un estratto di un articolo più ampio che si può leggere sull’edizione cartacea di Scomodo n.30
o a questo indirizzo.