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La zona grigia del revenge porn

Sui forum pornografici italiani come Phica.net circola ogni tipo di materiale: foto intime “spy”, materiale rubato da OnlyFans ma anche video pedo-pornografici. E l’anonimato di utenti e proprietari diventa impunità

di Edoardo Anziano
hanno collaborato Margherita Vita e Mila Dommarco

«Il metodo migliore per trasformare una verginella in una tr*ia per c*zzi neri è molto semplice, serve tempo, diversi passaggi»

Questa didascalia campeggia su un post dal titolo «Il metodo definitivo per convertirla al c*zzo neg*o», con tanto di commenti sul successo dell’operazione. Non ci troviamo in qualche sito illegale sul dark web, ma su uno dei più attivi forum pornografici in Italia, «neg*iSuperdotati.net»: un sito perfettamente legale, apparentemente semplice luogo di incontro per coppie esibizioniste, dove messaggi come questo, scritto dall’admin in persona, sono la normalità. Benché non violino alcuna legge, questi contenuti sono esemplificativi di un contesto in cui il corpo delle donne è oggetto di una brutale mercificazione e il baratto di foto intime senza consenso è normalizzato.

Lo scandalo Pornhub, sollevato dal “New York Times” a dicembre 2020, ha puntato (a ragione) i riflettori dell’opinione pubblica sulla più grande azienda di produzione e distribuzione di video hard.







Eppure, la narrazione mediatica si è soffermata sulla singola piattaforma, spesso dimenticando che, online, uomini di tutte le età ed estrazioni sociali sono dediti alla condivisione di pornografia non consensuale in modo sistematico e organizzato.





Come nota Silvia Rodeschini, ricercatrice di Storia delle dottrine politiche all’Università di Firenze e studiosa dei sistemi di controllo dell'adult content, la maggior parte del materiale illecito circola in spazi della rete che hanno una struttura diversa da quella di Pornhub. La pressione mediatica ha condotto Pornhub, a eliminare quella “zona grigia” di utenti anonimi che poteva alimentare la diffusione di video di minori o scene di violenza. Si è trattato, a detta di Rodeschini, di un passo molto radicale, che però dovrebbe risolvere il problema di una singola piattaforma. In molti altri siti, anche in Italia, la zona grigia degli utenti anonimi è la regola.

Anonimato significa impunità

«Phica.net», con oltre 241mila utenti e quasi 5 milioni di messaggi, è il forum pornografico più grande e attivo in Italia. Tutti altri numeri rispetto a «neg*iSuperdotati.net», che ha poco più di 17mila utenti, comunque tanti dato che è specializzato nel solo genere interracial. Di «Phica.net» troviamo tracce in alcune vecchie cronache locali: nel 2013, con tono bonario, “La Voce di Romagna” denunciava la presenza sul forum di migliaia di foto opera di guardoni appostati sulle spiagge di Ravenna. Nonostante la (presunta) goliardia di questi gesti, la realtà è ben più drammatica, come testimoniano i recenti casi di cronaca.

Nel 2018 più di cento persone sono state denunciate e tre indagate fra Firenze, Prato e Pistoia. Nel 2020 tre persone sono state indagate a Trapani e Palermo. Tutte per aver rubato foto di ragazze dai social, oppure per aver diffuso contenuti di revenge porn.








Il materiale è sempre finito nello stesso posto, su «Phica.net». È qui che lo scorso anno 30 ragazze di Viareggio hanno trovato i propri scatti social rubati, modificati e dati in pasto ai sodali del forum.






Eppure, denunce e arresti non fanno paura, al punto che un frequentatore di «Phica.net» domanda sarcastico: «Ma perché qui esiste qualcuno che posta con il consenso delle interessate?». Fra i messaggi postati ogni giorno a centinaia, infatti, emergono le prove di un massiccio scambio di contenuti classificati come “spy”, ovvero di voyeurismo non consensuale. Foto scattate senza l’assenso, cioè, dopo l’introduzione della legge sul revenge porn del 2019, una violenza nei confronti del soggetto ritratto. Un fenomeno che, oltre a violare la sfera privata di donne inconsapevoli, ne mette in pericolo l’incolumità.

Non mancano discussioni sul metodo: un neofita chiede «consigli su come fare foto spy», aiutato dai commenti dei più esperti. È la dinamica del gruppo, quella stessa dinamica che incentiva una sempre più virale condivisione: «Grazie. Vedere che apprezzate mi spinge a fare di più». Anche «neg*iSuperdotati.net» non è da meno. Spesso volti riconoscibili di amiche o mogli vengono «fotomontate» in pose a sfondo sessuale, in quello che l’utente “alce” definisce «un singolare hobby».











Peccato sia illegale.









Il linguaggio spesso è brutale: l’utente “Duneoscure” condivide foto della sua ragazza, con su scritto a pennarello sul corpo: «carne per neri», «esposta per il vostro piacere – si legge – e per il suo addestramento». Solo raramente vengono sollevate obiezioni. «Spero che la tua ragazza sappia che la posti su Internet a volto scoperto» esordisce “ragazzonero” sotto un’altra foto appena postata, chiamando in causa l’admin, che risponde senza farsi troppi problemi:

«Lo so, ho notato. Però è un pagante [cioè un abbonato, ndr], tecnicamente e su richiesta ho tutti i suoi dati». Nulla di più, e la discussione finisce così, con un altro user che, pur appoggiando le critiche, chiosa: «In ogni caso, non sono affari miei».

«Ma perché qui esiste qualcuno che posta con il consenso delle interessate?».

Le discussioni dei forum diventano anche l’occasione per condividere foto e video presi illegalmente da OnlyFans. Su questa piattaforma, utilizzata in gran parte da sex workers professionali o amatoriali, i content creator guadagnano grazie alle sottoscrizioni degli utenti che scelgono di abbonarsi. Molti utenti, pur di non pagare, si organizzano sui forum affinché chi ha acquistato un abbonamento metta a disposizione di tutti i contenuti. Inutile dire che questa nuova forma di pirateria digitale comporta un notevole danno economico ai lavoratori dell’intrattenimento per adulti. C’è persino chi tenta di vendere i video a 3€, invece dei 5€ previsti su OnlyFans, nonostante il regolamento del forum lo proibisca.

Oltre alla violazione del copyright, spesso gli utenti anonimi dei forum cercano o diffondono informazioni private, come il vero nome dei sex workers, mettendone in pericolo la sicurezza.







241 mila utenti

5 milioni di messaggi





La prossima volta valuta bene cosa inserire

Ma c’è dell’altro. Questi forum, infatti, sono una calamita irresistibile per chi cerca materiale pedo-pornografico. Le testimonianze mostrano particolari agghiaccianti: un utente «invia foto di bambine under 10 e millanta di essere un professore delle medie» scrive l’admin di «Phica.net». E ancora, un altro «crea chat esterne per poter scambiare foto di bambini under 14». Il regolamento ovviamente proibisce esplicitamente questi comportamenti, e la mole di utenti bannati è impressionante.

Nonostante questo, l’intervento dei moderatori sembrerebbe del tutto inefficace, se non esplicitamente permissivo: gli utenti vengono sospesi dal forum temporaneamente, per soli 10 o 15 giorni, con un semplice invito a «fare più attenzione». Quasi che avessero caricato immagini di bambini per distrazione. È il caso dell’utente “davidemerc”: colpevole di aver inserito «un video dove una coppia fa sesso davanti a un bambino», viene bannato per soli 18 giorni. C’è addirittura chi, ancora ad aprile 2020, aveva caricato un video di Tiziana Cantone, morta suicida nel 2016 dopo essere stata vittima di revenge porn. Anche in questo caso, 14 giorni di sospensione e il solito, banale consiglio: «la prossima volta valuta bene cosa inserire».

Non ci sono evidenze che gli amministratori abbiano denunciato.

Succede a volte che gli utenti vengano sospesi per aver usato linguaggio offensivo in discussioni in cui non era richiesto, e che gli stessi utenti si lamentino: «Qua c’è gente che mette foto di ragazzine molto probabilmente minorenni, gente che posta foto di donne senza il loro consenso» protesta “88traditor”. Le irrisorie “pene” e gli avvertimenti ridicoli, è evidente, non scoraggiano i pedofili.
C’è infatti chi tutt’ora cerca un «link funzionante» per la “Bibbia”, un deposito con oltre 11 Gigabyte di foto di ragazze italiane, il 70% delle quali, per stessa ammissione dell’admin di «Phica.net», «è di ragazze minorenni». Come dimostrano le schermate della “Bibbia” che Scomodo ha ottenuto, un’intera cartella proviene proprio da Phica. Ogni passaggio, di sito in sito, alimenta il mercato a cielo aperto della pornografia non consensuale. E sul blog di “Anonymous Italia” c’è chi chiede aiuto proprio contro il forum porno più grande d’Italia: «In questo link ci sono anche io. Segnalato più volte ma non è stato ancora eliminato».

Dal profilo Twitter di «Phica.net» sono di un altro avviso. Il forum, dicono, «al contrario di Telegram ha regole rigide», quindi «se uno commette un azione [sic] illecita, viene perseguito dalla legge». I gestori della pagina postano i risultati delle loro attività di contrasto alla condivisione di materiali illegali, ammonendo chi sgarra: «su phica avrete vita ancora più dura». Questa millantata politica del pugno duro, però, suscita molte critiche nei commenti. «È inutile che scrivete (18+), le foto mie sono del 2014 e io ero MINORENNE» è la denuncia di una ragazza, il cui commento risale ad aprile 2020. «Faccia un piacere a tutti, chiuda il sito» prosegue, «io la mia denuncia l’ho fatta». «Banniamo gli utenti che commettono atti illegali» si difende l’amministratore. Peccato che i ban siano temporanei, e che basti una mail inventata per iscriversi di nuovo.

Non è difficile dimostrare quanto il sistema di controllo su questi forum sia poco efficace. Come Scomodo è riuscito a ricostruire, nel settembre 2017 su «Phica.net» viene postata la foto di una giovane modella nuda. La ragazza, nata a dicembre 1999, all’epoca del post era minorenne.

Gli utenti ne sono consapevoli, tanto che “russian87” commenta: «Ma guarda a me interessa poco dell’età, non smetterò certo di guardarla perché gli [sic] mancano tre mesi ai 18. Basta aprire instagram è [sic] c’è un canile». Sono passati quasi quattro anni, la foto è ancora al suo posto.

Proprietari nell’ombra

«Phica.net» e «neg*iSuperdotati.net» sono accomunati da una coincidenza singolare. Secondo il database DomainBigData, infatti, l’ultima registrazione del dominio Internet per entrambi risale allo stesso giorno, il 26 agosto 2019. Potrebbe trattarsi di forum “gemelli”, ma nessuna ulteriore conferma è disponibile. Questo perché, come per la maggior parte dei siti pornografici, il nome di chi possiede questi forum è schermato da un servizio di anonimizzazione. Le conseguenze sulla responsabilità di queste piattaforme rispetto ai contenuti caricati dagli utenti sono evidenti.

Un indizio sulla reale proprietà di «neg*iSuperdotati.net» ci viene dallo stesso amministratore. In un post, infatti, offre un «abbonamento VIP» agli utenti, che comprende anche l’accesso a quello che lui stesso definisce «il mio sito professionale». Si tratta di un sito pornografico, «vangoren.com», il quale questa volta contiene il nome della società proprietaria, la MVG Productions, e un indirizzo, Svetova 523/1, Praha. Qui si trova un lussuoso palazzo presso cui sono registrate oltre 500 società, tranne quella che cerchiamo. Non esiste nessuna MVG Productions, né qui né nell’intero registro imprese della Repubblica Ceca.






Più che una società, sembra essere un marchio, fondato, stando al loro sito, da Michael Van Goren, producer diplomato a Milano nel 2003. Diplomato in movie productions nella capitale lombarda, nello stesso anno, è anche Juri Livio Romeo, un imprenditore di Varese attivo in passato nel trading online, che su LinkedIn si definisce CEO di MVG Productions.




Proprio a lui è intestata una società di Praga, la Niktarco s.r.o, attiva nell’affitto di fondi e appartamenti, la cui sede è proprio Svetova 523/1 a Praga. Però, chiamando chi si occupa di affittare locali in questo palazzo, ci viene garantito che nessuna società con quel nome ha i propri uffici lì. La Niktarco, che ha un capitale di poco più di 7.500 €, è stata fondata il 26 giugno 2019, due mesi esatti prima che avvenisse l’ultima registrazione dei siti «neg*iSuperdotati.net» e «Phica.net». Conoscere le fonti di guadagno di questa società è però impossibile, dato che, rivelano a Scomodo fonti praghesi, non ha mai pubblicato alcun report finanziario, come invece sarebbe obbligata a fare.

Sul sito «mvg-productions.com» troviamo un altro dettaglio interessante: la MVG offre un programma di affiliazione al proprio brand ad altri siti per adulti. Nell’elenco dei siti affiliati insieme a «neg*iSuperdotati.net» compare anche «lasublime.xxx», il sito dell'omonima casa di produzione fondata da Patrizio Agabiti. È uno dei più noti registi pornografici italiani – ha lavorato con pornostar del calibro di Valentina Nappi e Priscilla Salerno – ed è molto attivo proprio in Repubblica Ceca. Come riportato sul sito, intestato al suo fondatore, il copyright del marchio LaSublime è di proprietà della MVG Productions.

Di MVG però non sembrano esserci tracce, né in Repubblica Ceca né tanto meno in Italia, così come del suo fantomatico fondatore, Michael Van Goren, il quale non risulta possedere alcuna società in Italia. La rete di attività e persone collegate a «neg*iSuperdotati.net» e «Phica.net» rimane inaccessibile, celando dietro a un sostanziale anonimato non soltanto gli utenti, ma anche i reali proprietari di questi forum. Dietro queste deliberate strategie, attuate dai proprietari per rimanere nell’ombra, traspaiono chiaramente legami fra pornografia “istituzionale”, quella legale dei marchi famosi, e un sottobosco di forum e community in cui gli utenti organizzano il traffico di materiale illegale. Nella commistione fra legale e illegale, chi muove i fili di queste reti di imprese, marchi e siti può continuare indisturbato a fare profitti.

Business opaco

La gestione di un qualsiasi sito web ha un costo. Ma come si finanziano questi forum? I modelli di business sono differenti. Il più piccolo, «neg*iSuperdotati.net», si sostenta tramite abbonati a pagamento. Con 9 euro al mese si può diventare utenti VIP e avere accesso a tutte le aree del sito.







«Phica.net», al contrario basa le proprie entrate esclusivamente sulle inserzioni pubblicitarie.





Sulla homepage di «Phica.net» troviamo pubblicità di tutti i tipi. All’avvio si aprono i pop-up gestiti da ExoClick, multinazionale spagnola fondata dall’imprenditore Benjamin Fonzè leader nell’online advertising, con oltre 8,5 miliardi di annunci al giorno e un fatturato di 86,6 milioni di euro nel 2018.

"Accanto alle big, ci sono anche pubblicità “locali”, come quella di RiV, che recluta ragazze italiane per affiliazione come cam girls. Sul banner di RiV – il cui acronimo sta per «Ragazze in Vendita» – campeggia la promessa di migliaia di euro di guadagno. Sul sito si legge che RIV Group SA, ha sede negli Stati Uniti. In effetti, fino al 2016 proprietaria del sito «rivcash.com» era la statunitense RIV International, Inc. La società, registrata in Florida e attualmente cancellata, era di un italiano, Moreno Aguiari, milanese trasferitosi nello stato della Georgia nel 1999. Il sito di affiliazione per cam girls è ancora attivo, ma l’attuale proprietario è schermato dietro un indirizzo IP olandese.

Secondo alcune testimonianze trovate da Scomodo, chi lavorava come modella per adulti poteva guadagnare anche 1000 euro al mese, con il 10% dei guadagni trattenuti per l’affiliazione. Nonostante la società avesse sede negli USA, una modella dichiara di aver ricevuto i bonifici dalla Svizzera, così come svizzero era l’indirizzo presente sul contratto firmato con RIV Group SA, senza che venissero recapitate «né fatture né ricevute». In Svizzera, però, non è registrata alcuna società con questo nome. A subire le conseguenze di questa scarsa trasparenza sono inevitabilmente le sex workers. Dopo aver chiesto gli accrediti del proprio lavoro in chat, un’altra ragazza dichiara di essere stata «maltrattata, umiliata, bannata per alcuni giorni», solo per «aver chiesto quando mi accreditavano i miei soldi, 632 euro». «Sono una ragazza madre», denuncia la donna, «ho lavorato con loro [RiV, ndr] due mesi e non ho visto un centesimo».

Da una parte, insomma, convergono gli interessi delle grandi multinazionali dell’advertising, che hanno tutto l’interesse a continuare a pubblicizzare i propri banner sui forum in cui c’è scambio di materiale non consensuale.






Dall’altra, invece, ci sono aziende più piccole che appartengono alla stessa galassia dei forum su cui si fanno pubblicità: proprietari anonimi, schemi societari non chiari e, soprattutto, nessuna responsabilità su ciò che postano gli utenti. Tutti meccanismi che consentono al revenge porn di continuare a proliferare.




Illustrazioni di Luchadora

Inchiesta pubblicata il 14 giugno 2021