Medicina

04/10/2020

 

“Il Covid-19 ci impone di ripensare il nostro rapporto con la scienza medica”.

Il Covid-19 ha segnato un punto di svolta per la popolazione globale sotto diversi punti di vista. Uno degli aspetti meno analizzati riguarda certamente i grandi cambiamenti che la pandemia ha apportato al nostro rapporto con la scienza medica.

In una società che ricerca con sempre maggiore ossessività una totale semplificazione del dibattito politico e dell’informazione, la scienza medica non poteva che divenire facile vittima di questo modus operandi. Colpevole di essere strutturata su un linguaggio di difficile comprensione per il pubblico non specialista, nel corso del tempo la medicina è stata esclusa sempre di più dal dibattito pubblico, percepita come un ambito avulso rispetto al panorama delle discipline umane. Questo allontanamento forzato della medicina dal resto del dibattito pubblico ha comportato che attorno a questa scienza si sia creata una forte polarizzazione dell’opinione pubblica. Una fetta di mondo occidentale, sempre più vicina al paradigma biomedico, ha percepito la medicina come un oracolo dalla risposta sempre pronta, un’altra buona parte ha costruito vere e proprie subculture antiscientifiche: si è creata una folta schiera di negazionisti sempre pronti a contestare le decisioni del mondo accademico, anche appellandosi a teorie spesso contrarie anche al buon senso.

Un fenomeno sostenuto anche dai media che hanno spesso settorializzato le notizie riguardanti l’ambito medico, consapevoli di quanto risultino indigeste all’opinione pubblica. Queste due visioni si sono dunque scontrate per un lunghissimo periodo, causando due generi di processi. Da un lato i sostenitori della medicina, per cercare di difendere il mondo medico dall’attacco dei negazionisti, hanno iniziato a portare avanti una visione sempre più idealizzata di questa scienza, ponendo nelle mani dei medici la costante ricerca di certezze che fa parte dei bisogni più intimi del genere umano. La risposta dei negazionisti è stata quella invece di esasperare e rendere il punto principale della propria narrazione quegli elementi che i primi cercavano di eludere. Discussioni comuni come quelle riguardanti i vaccini o gli interessi economici legati alle cause farmaceutiche che hanno compromesso la fiducia dell’opinione pubblica nei confronti della scienza medica.

Queste estremizzazioni non hanno fatto altro che esasperare ancor di più la situazione, generando un circolo vizioso. Una situazione nella quale ad ogni attacco da parte di un lato seguiva una sempre maggior difesa delle proprie posizioni, cercando conforto e sostegno all’interno delle proprie filter bubble sui social. Una situazione che più si avvitava su stessa più rischiava di far perdere all’opinione pubblica il contatto con la scienza medica e il mondo accademico.

Un circolo vizioso spezzato dall’avvento del Covid-19. La pandemia ha infatti messo fine a questo allontanamento forzato della medicina dal dibattito, portandola in modo del tutto eccezionale ad occupare stabilmente per mesi le prime pagine della cronaca internazionale. Questa nuova centralità può dunque aprire ampi scenari di riflessione all’interno dell’opinione pubblica. Un dibattito non più fondato sulle precedenti visioni, conflittuali e opposte, ma che parta dalla reale essenza della scienza medica per strutturare con essa un rapporto meno fidelizzato ma più consapevole.

Sono molte le premesse che ci permettono di pensare che questa nuova strada sia percorribile. Lo spazio sempre maggiore concesso al dibattito medico all’interno del mondo editoriale-informativo, la maggiore reperibilità di dati e nozioni che oramai fanno sempre più parte del nostro vocabolario quotidiano e una maggiore serenità nel constatare i limiti che la medicina presenta in quanto disciplina umana e fallibile. Tutti questi elementi ci portano a pensare che la pandemia rappresenti un momento fondamentale per un cambio di paradigma capace di influenzare politiche nazionali ed internazionali. Superando le certezze granitiche che il virus ha spazzato via e seguendo il dibattito della comunità scientifica, possiamo tornare a costruire un nuovo rapporto con la medicina, più equilibrato e consapevole.

Articolo di Luca Bagnariol

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