Proprietà

06/10/2020

 

“Della proprietà sappiamo solo che cresce sempre e che viene redistribuita in maniera verticale.”

Il concetto di proprietà, poi costituitosi in diritto, è da secoli al centro di dibattito sulla legittimità della sua esistenza, oltre che di critiche e postulazioni quasi “implicite” nella letteratura mondiale. Oltre alle più note e discusse tesi, dopo svariati scontri e la nascita di un intero blocco politico ed economico mondiale che ne mette ancora oggi in discussione i principi, negli ultimi tre decenni il diritto per soggetti privati più o meno grandi di possedere e accumulare ricchezza è un dato consolidato.
La proprietà, come la conosciamo oggi, va molto oltre la più classica divisione tra “proprietà pubblica” e “proprietà privata”, allargando gli orizzonti di crescita proprietaria in maniera indiscriminata. Esistono sempre più proprietà, sempre più ambiti in cui si estende il concetto di proprietà, sempre più proprietari che sempre più estendono le proprietà al di là della loro presenza fisica su un territorio.

Di converso, esistono sempre meno soggetti che abbiano espressamente volontà di controllarne le attività.

Oggi sono note le qualità di questo diritto e i più immediati risvolti, che nonostante le apparenze hanno in gran parte smentito luoghi comuni sulla divisione nel mondo tra grandi e piccoli (o nulli) proprietari. Da una parte, la conoscenza più vasta e consolidata delle condizioni di indigenza di una larghissima parte della popolazione mondiale ha aumentato la percezione data dalle suddette frasi fatte (“i ricchi diventano sempre più ricchi, e i poveri sempre più poveri”). Ma dall’altra, è stato impossibile non far scivolare il dibattito globale da una messa in discussione del diritto di proprietà a una generica messa in dubbio delle “diseguaglianze sempre più diffuse”.

Nonostante le biblioteche mondiali si continuino a popolare di disquisizioni sulla necessità di alterare in qualche modo gli standard attuali della distribuzione della ricchezza, non esiste oggi una critica che “scientificamente” si ponga dialetticamente in confronto con i pilastri del concetto di proprietà, nonostante abbia due qualità analiticamente evidenti e innegabili: la sua crescita quantitativa perenne, e la sua redistribuzione verticale (testimoniata dalla crescita della percentuale di PIL mondiale posseduta dai primi dieci uomini più ricchi del mondo registrata tra il 2000 e il 2020).

Esiste un limite consolidato nella critica sistematica e sistemica alla nozione di proprietà nella sua articolazione odierna. Non è obiettivo di questa pubblicazione né di qualsiasi pubblicazione futura, si spera, affermare con esattezza inconfutabile in cosa consista tale limite; tuttavia, è impossibile negare che questo limite esista, soprattutto nell’analizzare la crescita qualitativa perenne dei patrimoni dei ricchissimi. Raramente si è puntuali nel descrivere o indagare come vengano tassati questi patrimoni, né quanto valgano per i super ricchi gli investimenti, e non si è riusciti negli anni ad avere una discussione meritoria su teorie, a volte completamente false, in difesa strenua delle grandi proprietà.

Il fatto che queste coincidano in larga parte con grandi società, amministrate e dirette in maniera impeccabile verso l’obiettivo di produrre ricchezza, ha creato i presupposti perché si continuasse a considerare in competizione le più grandi aziende al mondo con la più piccola delle startup, in un processo di crescita condiviso. E, in ultima analisi, a considerare completamente normale che i grandi proprietari siano in possesso di patrimoni superiori all’intero prodotto interno lordo di svariate nazioni nel mondo.

L’accumulazione di ricchezze e proprietà, ovviamente, si evolve col tempo, ed è improbabile tracciarne l’evoluzione al livello storico senza conoscere ogni dettaglio dell’opera di questo o quel proprietario, cosa che oggi di fatto è impossibile senza scadere in semplificazioni grossolane. È un limite con cui ognuno deve fare i conti, nel descrivere le diseguaglianze del pianeta.

E tuttavia, si può fotografare in un momento lo stato dell’arte, indagando e comprendendo le incongruenze e le contraddizioni della distribuzione della ricchezza nel pianeta, perché la storia del mondo passa anche e soprattutto da qui.

Articolo di Pietro Forti

Grande
Sostegno

€15.00

• Entro 6 giorni ti arriva Presente 2020 a casa

Grandissimo
Sostegno

+

€ 20 poi 5€ al mese

• Non paghi la spedizione
• Entro 6 giorni ti arriva Presente 2020 a casa
• Ti abboni a scomodo e ricevi a casa il nostro mensile, puoi disdire quando vuoi

Mega
Sostegno

+ +

€30 poi 5€ al mese
con i primi 3 mesi gratuiti

• Non paghi la spedizione
• Entro 6 giorni ti arriva Presente 2020 a casa
• Entro 6 giorni ti arriva Presente 2019 a casa
• Sei abbonato per 3 mesi a scomodo e ricevi il nostro mensile a casa, poi puoi decidere di disdirlo o di mantenerlo a 5€/mese.